taranto

La nobile figlia di Sparta

Taras

Narra una leggenda che Taras, uno dei figli di Poseidone, giunse sulle rive italiche dello Ionio, approdando presso un corso d’acqua, che poi da lui stesso avrebbe preso il nome: il fiume Tara. Mentre Taras compiva sacrifici per onorare suo padre, gli apparve improvvisamente un delfino, che egli interpretò di buon auspicio e di incoraggiamento per fondare una città. La raffigurazione del giovane su delfino si trova nella monetazione di Taras ed è ancora oggi il simbolo della città.

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Tarasfu l’unica colonia fondata da Sparta nel 706 a.C., e per questo essa mantenne sempre stretti rapporti commerciali e militari con la madre patria.
Forti contrasti, sfociati più volte in conflitti, Taras li ebbe invece con il popolo locale dei Messapi: lo storico Erodoto definisce la sconfitta di Taranto da parte dei Messapi nel 473 a.C. tra le più gravi subite dalle popolazioni di stirpe greca.
A seguito di questo evento il governo aristocratico fu abbattuto e la città subì una profonda trasformazione urbanistica. Si costruì infatti una nuova cinta di mura e si ampliò l’area monumentale, con la costruzione di vari edifici sacri tra cui un grandioso tempio dorico sull’acropoli.
Taras conobbe il periodo di massimo splendore in età ellenistica, sotto la guida del filosofo, matematico e politico Archita, acquistando un’indiscussa egemonia sulle altre colonie greche dell’Italia meridionale

La città combatté strenuamente per mantenere la sua indipendenza da Roma, alleandosi anche con Pirro, ma, dopo la sconfitta di quest’ultimo, fu conquistata e depredata dai Romani, nel 272 a.C.
Taranto era situata su una penisola, sul cui punto più alto sorgeva l’acropoli, dove ancora oggi ci sono le colonne dell’antico tempio di Poseidone; la cittàdisponeva inoltre di un porto grande ed efficiente, chiuso da un ponte, di un magnifico ginnasio, di una piazza molto grande, in cui sorgeva una statua bronzea raffigurante Zeus nell’atto di lanciare un fulmine, che, per le sue dimensioni (18 metri di altezza) era ritenuta la seconda statua più grande del mondo greco, superata solo dal colosso di Rodi. In un’altra piazza, detta “Peripatos”, letteralmente “destinata alle passeggiate”, c’era un’altra statua, l’Eracle di Lisippo, che in seguito alla vittoria dei Romani sulla città, venne trasferita a Roma, sul Campidoglio. Nella città vi era anche un anfiteatro affacciato sul mare, inoltre Taras era cinta da mura, che la proteggevano dagli attacchi sia via mare, che via terra.

 

 

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