paestum

La città di Poseidone

Magnifica colonia greca d'Occidente

Paestum è un’antica città della Magna Grecia chiamata dai fondatori Poseidonia in onore di Poseidone, e poi Paestum dai Romani che la conquistarono. L’estensione dell’abitato, racchiuso dalle sue mura, è ancora oggi ben riconoscibile. Nel 1998 è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, insieme al Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, ed ai siti archeologici di Velia, e la Certosa di Padula.

paestum

Sulla riva del Tirreno dove Giasone, con i suoi Argonauti, avrebbe edificato il santuario di Hera, alla foce del fiume Sele, i Sibariti fondarono, verso il 600 a.C., una colonia dedicata a Poseidone: Poseidonia. All’inizio del V sec. a.C., i Lucani presero il controllo della città, mutandone il nome in Paistom. La città conservò la sua indipendenza fino alla conquista romana, nel 273 a.C., quando vi fu insediata una colonia di diritto latino, Paestum. La città era rimasta sufficientemente importante nel V sec. per diventare sede vescovile. Tuttavia, l’impaludamento progressivo dell’insediamento, che vi rendeva l’aria malsana, e le incursioni dei pirati Saraceni, spinsero i suoi abitanti ad abbandonare definitivamente il sito nel corso del X sec.

L’area della città, divisa da due strade principali ortogonali in quattro quartieri, era delimitata da una cinta muraria lunga ca. 4,75 km, dotata di 28 torri. La parte occidentale della città è occupata da tre templi di stile dorico, che continuano oggi ad essere correntemente designati con il nome erroneo che era stato loro attribuito nel passato. A sud-ovest, si incontra prima la “basilica”, così denominata allora per la singolarità della sua architettura – numero impari delle colonne della facciata, divisione longitudinale dell’interno in due spazi distinti, assenza apparente di fregi decorativi -, che sembravano escludere che si trattasse di un tempio. Tuttavia, questa pianta singolare potrebbe spiegarsi per la presenza congiunta nell’edificio di due divinità: Hera sicuramente, forse accompagnata da Zeus. Di poco posteriore alla metà del VI sec. a.C., questo tempio è il più antico della città. Il “tempio di Nettuno”, o “di Poseidone”, poco a nord del precedente, costruito poco meno di un secolo dopo, è stato identificato come tale perché si tratta del più grande della città, ma anch’esso era probabilmente dedicato ad Hera. Si tratta di uno degli esempi più compiuti dell’architettura greca d’Occidente.

A nord-ovest della città, il tempio “di Cerere”, o “di Vesta”, in realtà dedicato alla dea Atena, è molto più piccolo dei precedenti. È stato costruito intorno al 500 secondo principi geometrici estremamente rigorosi, e presenta un certo numero di innovazioni architettoniche audaci per l’epoca della sua costruzione. In età romana l’agorà della città fu sostituita da un foro intorno al quale furono edificati diversi edifici pubblici: il Capitolium, il tempio dedicato alla Fortuna virile, connesso con una grande piscina, e l’anfiteatro, mentre alle case di tradizione greca si sostituivano ricche domus private. La necropoli di Paestum ha restituito numerosi dipinti funerari di età greca e lucana, tra cui la famosa tomba del Tuffatore.

Il sito fu depredato a più riprese per il recupero di materiali edilizi. Nel Rinascimento non si sapeva più dove fosse la città, nonostante fosse menzionata dalle fonti latine. Riscoperta nel XVIII sec. grazie ai grandi lavori stradali voluti dal re di Napoli Carlo VII, la città era ancora circondata da una vasta foresta infestata da briganti quando l’archeologo francese François Lenormand la visitò, nel 1880. Dal 1907 il sito è stato oggetto di molteplici campagne di scavo; gli ultimi restauri importanti vi si sono svolti tra il 2003 ed il 2013.

In età moderna, i templi di Paestum hanno esercitato una grande influenza sullo sviluppo dello stile neo-dorico, che intendeva opporsi agli abusi del Barocco. Benché il paesaggio che li circonda oggi sia molto cambiato, non si ha alcuna difficoltà a riconoscere i monumenti sui disegni che ci hanno lasciato Hubert Robert, Giambattista Piranesi, William Turner o Eugène Viollet-le-Duc. Paestum è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1989, come parte di una vastissima area che copre l’insieme del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, e comprende, a sud, il sito della colonia di Elea/Velia.

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