ercolano
La città di Ercole
Herculaneum
Ercolano (Herculaneum), piccolo centro di antica fondazione nel Golfo di Napoli, per la sua favorevole posizione fu scelto dai Romani come sede di ville e residenze lussuose. La città fu distrutta nel 79 d.C., a seguito dell’eruzione del Vesuvio. Gli scavi, iniziati nel 1710, hanno riportato alla luce il sito, che è entrato a far parte della del Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 1997.
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Fondata dagli Oschi o dagli Etruschi, Herculanum fu successivamente conquistata dai Greci, dai Sanniti, e infine dai Romani, nel 89 a.C., diventando lo stesso anno un municipio, e rapidamente un soggiorno residenziale privilegiato dell’aristocrazia romana. Già colpita dal terremoto del 62 d.C., la città fu sommersa nel 79 da una valanga di fango la cui solidificazione ha assicurato la conservazione eccezionale dei materiali deperibili che vi si trovavano: legno, papiro, fibre vegetali ecc. Si pensava, fino ad una data recente, che i suoi abitanti, avvisati meglio rispetto ai loro vicini Pompeiani, avessero lasciato la città prima dell’eruzione del vulcano. Invece, gli scavi realizzati alla fine del XX secolo hanno rivelato la presenza di centinaia di corpi lungo la riva: quegli abitanti che, troppo tardi, avevano cercato di fuggire dalla città, si trovarono di fronte ad un mare in tempesta e perirono asfissiati nei grandi depositi che fiancheggiavano la spiaggia.
Urbanizzata secondo uno schema ortogonale nel I sec. a.C., Herculanum copriva un’estensione molto inferiore a quella di Pompei: un po’ più di 12 ettari, di cui solo il terzo è stato scavato finora; il resto si trova tuttora sotto la città attuale di Ercolano. Originariamente situata sul mare, la città è circondata da una cinta muraria eretta nl II sec. I resti archeologici attualmente visibili sono pertinenti a sette isolati che contengono una quarantina di case, alcune delle quali sfarzosamente decorate con pitture murali e mosaici, che si distinguono da quelle di Pompei per l’assenza di impluvio; le più lussuose di esse, costruite su terrazzamenti, sfruttavano la vista panoramica sul mare.
Tra i monumenti pubblici, sono stati riportati alla luce una piccola parte di una basilica di età augustea, che presenta tre file di colonne ed un’abside in fondo, con un ricco corredo di statue; tre impianti termali: le terme Suburbane, di età repubblicana, le terme del foro, di età giulio-claudia, e le terme nord-est; parte di una palestra, il collegio degli Augustali, costruito in età augustea; un’area sacra occupata da due templi. Ancora seppellito all’esterno dell’area archeologica, il teatro della città, nel quale sono state rinvenute numerose statue, poteva ospitare ca. 2.500 spettatori.
Come Pompei, Ercolano fu ritrovata casualmente, nel 1709, durante la realizzazione di un pozzo che portò alla scoperta del suo teatro. Tuttavia, gli scavi, resi estremamente difficili per la profondità dei ruderi, seppelliti a più di 15 m di profondità, cominciarono soltanto nel 1738, su ordine del re di Napoli, e si svolsero fino al 1780. All’epoca, si trattava prevalentemente di sterri eseguiti all’interno di gallerie sotterranee, di cui alcune sono tuttora percorribili, che miravano essenzialmente alla scoperta di oggetti preziosi, gioielli, marmi, sculture o dipinti; una nuova stagione di ricerche si svolse dal 1823 al 1875, non più in galleria, ma con lo scopo di riportare alla luce le rovine degli edifici. Le prime ricerche sistematiche vennero tuttavia eseguite da Amedeo Maiuri dal 1927 al 1958. Dall’inizio del 1960, gli scavi si sono susseguiti sul sito in modo quasi ininterrotto, insieme ad importanti operazioni di restauro dei ruderi riportati alla luce, ma rimangono sepolti molti monumenti importanti della città.
L’area scavata di Ercolano è stata iscritta nel 1997, insieme alle aree archeologiche di Pompei e Torre Annunziata, nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.